Progetto Freeway, Libere di scegliere e costruire la propria strada

A progetto concluso sento la necessità di raccontare questo percorso, come quando torno dai viaggi importanti, quando metto in ordine le foto e scrivo il mio diario di viaggio.

E’ stato un viaggio a tutta velocità su una freeway, una superstrada dritta verso il futuro ma che ha avuto anche momenti di sosta importanti, attimi di pausa e anche svolte verso stradine di paese, strade tortuose, con paesaggi freddi e nebbiosi o bellissimi paesaggi dove abbiamo visto sbocciare la primavera.
La cosa più bella: lo abbiamo fatto insieme, dall’inizio alla fine.

La nostra idea

Volevamo portar fuori di casa, fuori dal proprio comfort (che spesso è molto scomodo sia da lasciare che da trattenere) e fuori dai soliti pensieri, almeno una dozzina di donne segratesi. Spingerle oltre, ricordare loro quanto sono forti e quante risorse hanno a disposizione.

Le protagoniste

Donne, tante donne, disponibili a condividere le proprie conoscenze, competenze, fragilità, punti di forza.

Le ideatrici di questo progetto: Ottavia Zerbi, Psicologa, psicoterapeuta nonché Presidente della associazione D come Donna di Segrate ed io, Consulente di Orientamento Professionale e di Carriera.

Il sostegno di Antonella Caretti, Assessora allo Sviluppo economico e delle donne di AFOL Metropolitana: Giusy Stella, Laura Ferrari, Daniela Nuzzo, Valeria Occhini.

Una giovanissima tutor: Anna Mozzoni, che ha ricevuto l’abilitazione da psicologa proprio durante il percorso con noi. Due facilitatrici, Caterina Giavotto e Eliana Odelli che ci hanno accompagnato in una mattinata di mindfulness e una di arteterapia. Yarquis Escarles Balenzano che ci ha intercettate in itinere e ci ha proposto una bellissima esperienza di Teatro Counseling che noi non ci siamo fatte scappare.

Infine ma per prime, le partecipanti, diverse per età, esperienze professionali e di vita ma che in comune hanno avuto la forza di non fare mai un passo indietro, neanche nei momenti più faticosi.

Cosa abbiamo fatto

Parto da me solo per motivi cronologici: ho condotto le prime 4 sessioni dove abbiamo messo tanti mattonici e fatto un gran bel ripasso sulle nostre competenze soft, dividendole in 4 aree:

  • Nell’ AREA EMOZIONALE abbiamo lavorato sull’intelligenza emotiva, l’auto-percezione, la motivazione e la reazione all’insuccesso.
  • Nell’AREA RELAZIONALE sull’intelligenza sociale, l’etero-percezione, la collaborazione e il lavoro in gruppo
  • Nell’AREA INNOVATIVA sull’adattabilità e la flessibilità, l’iniziativa, la creatività, il pensiero laterale e il problem solving
  • Nell’AREA GESTIONALE sulla pianificazione e la programmazione, la gestione del tempo, l’orientamento ai risultati e la capacità decisionale

 

Durante la sessione con Ottavia Zerbi abbiamo lavorato sull’esplorazione di sé, focalizzandoci sul nostro io presente e sul nostro io futuro, lasciando libero spazio ad ognuna di noi, al nostro essere (e non sempre solo al nostro “fare”)

La sessione di Mindfulness condotta da Caterina Giavotto ha ripreso molti temi trattati nelle sessioni precedenti “mettendoli a terra” (letteralmente), facendoceli sperimentare con il nostro corpo, nel contatto con lo spazio e con gli altri corpi.

La sessione di Arte-terapia ci ha viste coinvolte nella creazione di un leporello (un libretto a fisarmonica) dove abbiamo espresso, con le nostre mani, creativamente e apparentemente senza pensare, molto di noi stesse e dove, di nuovo, abbiamo ritrovato molti concetti, esperienze ed emozioni già emerse nel percorso precedente.

Le ultime due sessioni sono state condotte da Laura Ferrari, Daniela Nuzzo e Valeria Occhini di AFOL Metropolitana che ci hanno accompagnate attraverso l’uso dello MASP- Master Parenting in Work and Life, piattaforma utilizzata da AFOL per riconoscere e valorizzare le competenze acquisite attraverso l’esperienza genitoriale e di cura e renderle patrimonio dell’esperienza lavorativa.
La piattaforma è un utilissimo strumento per supportare nell’identificazione e valorizzazione delle soft skills, fornire strumenti e consigli per cercare lavoro e fornire informazioni sulla tutela delle pari opportunità

Infine, durante l’ultima sessione ci siamo confrontate su cosa ci siamo portate a casa da questo percorso, cosa ci manca da fare e cosa faremo nel futuro.

E poi abbiamo festeggiato e celebrato i nostri meritati successi, insieme a tutti i facilitatori, all’assessora Antonella Caretti, all’assessora ai servizi sociali Barbara Bianco e al sindaco Paolo Micheli.

Come lo abbiamo fatto

Lo abbiamo fatto nel modo più sperimentale possibile. Ottavia Zerbi ed io abbiamo voluto fortemente gli incontri in presenza e ci siamo riuscite quasi sempre (solo gli incontri con AFOL sono avvenuti a distanza). Tanta pazienza, mascherine, green pass, distanziamenti ma presenti.

E poi esercitazioni, simulazioni, role play per testare il più possibile ogni concetto espresso dal punto di vita teorico.

Altro aspetto metodologico fondamentale per noi è stata l’importanza della condivisione delle nostre esperienze, la consapevolezza che mettere a fattor comune crea un valore immenso, fa sentire meno soli, soprattutto se – come è successo in questo caso – si riesce a lasciar fuori il giudizio, verso se stessi e verso gli altri.

Cosa ci siamo portate a casa

Spesso scrivendo articoli sui progetti si amplificano i risultati, come fosse obbligatoria una sorta di buonismo da fine scuola…
in questo caso non serve, anzi: è proprio difficile mettere dei confini a ciò che ci siamo portate a casa.

Bisognerebbe chiedere ad ognuna delle partecipanti (e credo lo faremo), io ho visto realizzato un progetto che ave

vo in mente e che è entrato nel cuore di tante donne, ho portato a casa il loro coraggio nell’affrontare le sfide della vita, le loro aspettative, la loro forza e il fortissimo legame che si è creato tra di noi.

Abbiamo creato uno spazio in cui siamo state noi stesse senza timore, in cui abbiamo potuto permetterci di essere forti e fragili, tristi e felici, profonde e leggere, abbiamo potuto essere noi e questo ci ha rese libere.

E adesso?

Il progetto ha avuto mille diramazioni.

A progetto concluso, Yarquis Escarles Balenzano, un’altra donna talentuosa, ci ha proposto un percorso di Teatro Counseling e noi, ormai abituate a metterci in gioco, non ce lo siamo fatte scappare. Abbiamo lavorato con le nostre emozioni e il nostro corpo su Autostima, Autonomia, Autorealizzazione per approdare infine al Personal Storytelling.

Intanto, siccome siamo anche molto pragmatiche, Anna Mozzoni ed io abbiamo organizzato sessioni sull’utilizzo di Canva (per creare un bel CV) e di Linkedin

Ognuna di noi, come socia di D come Donna, è informata sulle mille iniziative dell’associazione e possiamo ritrovarci al concerto o alla pièce teatrale, nonché essere informate sui compleanni di ognuna di noi ☺.

Ma più importante di tutto: le relazioni che abbiamo creato non finiscono. Passeggiate, sport, chiacchiere, messaggi, aperitivi, supporto, domande, risposte. Questo è ciò che abbiamo creato.

Ah, stiamo già pensando all’Edizione 2022-2023, impossibile non replicare! Credo che le iscrizioni apriranno a breve.

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