Ho toccato il mio lavoro (che non è il mio) ed è stato bellissimo.

Ecco la storia:

due anni fa Claudia è arrivata da me stanca, stufa, distrutta da un settore che l’aveva spremuta come un limone. Non aveva più voglia, se ne era andata per ricominciare a respirare, ma aveva bisogno di trovare un altro lavoro.

E allora abbiamo cominciato a lavorare insieme: lettere, cv, colloqui in aziende grandi e piccole ma niente, nessuna proposta si concretizzava mai…

e sapete perché?

Perché lei non aveva alcuna intenzione di tornare in azienda e le si leggeva in faccia. Perchè non si può far finta di amare un lavoro quando non è più così.

Lei era (ed è) una tosta, competente, ironica, intelligente, creativa… ma non c’era via d’uscita, almeno finché si continuava a percorrere quella strada. Intanto disegnava vestiti, si inventava e realizzava gonne e pantaloni… cucire era la sua passione e la sua fuga.

Guardastelle

E così abbiamo visto un lumicino che è diventato un faro, una luce abbagliante.

E così è cominciata la storia di Claudia, anzi di Guardastelle, una storia di disegni, corsi, macchine da cucire, nuove competenze, collaborazioni, colori, stoffe, una storia di fatica, di tante ore di lavoro e di faticosi lockdown, decisamente una storia di successo.

E  poi..

Domenica scorsa, quando l’ho incontrata, senza poterla abbracciare, ci siamo ringraziate con gli occhi (un po’ lucidi, lo ammettiamo) e io ho avuto il privilegio di guardare i colori autunnali dei suoi splendidi vestiti, toccare la lana, i velluti e nulla mi è mai sembrato così morbido.

Ma la storia non finisce qui!

perché le donne, quando fanno rete, non le ferma più nessuno…

Le collaborazioni crescono, altre donne scelgono la propria strada, io alimento con piacere la rete…  e così, continueranno ad accadere grandi cose!

 

Grazie @Claudia, anche per la foto!

 

 

 

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